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Riaperto al pubblico il complesso archeologico di Carminiello ai Mannesi

Da poco riaperto al pubblico, il complesso archeologico di Carminiello ai Mannesi, sito per l’appunto in vico Carminiello, nei pressi del Duomo, si preannuncia già una delle attrattive principali e di maggiore fascino del “Maggio dei monumenti” napoletano. Il complesso, infatti, tenuto finora chiuso per varie vicissitudini, spesso estranee a politiche culturali, rappresenta senz’altro uno spaccato di storia cittadina che non poteva più essere celato. Progettato originariamente, nel I ° sec. a. C., quale domus di un ricco personaggio attualmente sconosciuto, all’inizio del I ° sec. d. C. venne trasformato in un lussuoso complesso termale su due livelli: quello inferiore adibito ai servizi quali cisterne e magazzini, mentre quello superiore destinato agli ambienti termali veri e propri. Il complesso, tuttavia, nonostante la sua invidiabile funzionalità, fu, nel V ° sec., abbandonato, a causa del crollo di una volta, che fece sì che lo stesso cadesse nell’oblio fin quasi ai giorni nostri. Tanto che, infatti, solo nel 1943, in seguito alle bombe che distrussero la chiesa del Carmine ai Mannesi, edificata nell’area della struttura termale nel XVII secolo, iniziarono ad essere messi in luce gli edifici sottostanti. Tuttavia, le disavventure di certo non finirono allora, e il complesso, anche a causa di una colpevole miopia delle istituzioni cittadini succedute negli anni, restò per decenni in uno stato di completo abbandono, diventando addirittura agli inizi degli anni ’80 un parcheggio abusivo, adibito poi a scuderia di una famiglia malavitosa. Solo nel ’93, con la decisione della Magistratura di sequestrare l’area, si è proceduto alle pratiche di sgombero, per poi, solo pochi giorni fa, finalmente riconsegnare la struttura al grande pubblico, il quale, inoltrandosi nel complesso, avrà, oggi, la possibilità di apprezzare quanto di rilevante sia rimasto di quell’antico complesso, come la grande sala rettangolare mosaicata e, originariamente, affrescata, appartenente alla precedente domus, o ancora i due piccoli ambienti adibiti probabilmente al culto del dio Mitra, come testimoniato dalla presenza su una delle pareti degli stessi di un rilievo in stucco bianco, originariamente dipinto, rappresentante, per l’appunto, il dio nell’atto di sacrificare un toro. Al piano superiore, infine, è da segnalare la presenza di due vasche, la prima con fontana centrale a gradoni rivestita in marmo (riutilizzata, poi, nell’alto medioevo come sepoltura di un gruppo di infanti), e la seconda rivestita in signino. Per chi ne fosse interessato, la struttura sarà visitabile sabato 16 e domenica 17 Maggio, dalle ore 9 alle 13. L’ingresso è gratuito.

 

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