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Addio, professore!

Aldo Masullo nel corso di una intervista di Francesco De Rosa (lacamorra.it)

Aldo Masullo nel corso di una intervista di Francesco De Rosa (lacamorra.it)

Aldo Masullo è stato un maestro nell’epoca del tramonto della maestria, nella misura in cui ha rappresentato un punto di riferimento umano e filosofico per intere generazioni di intellettuali, politici, studenti. Laureatosi in Filosofia e in Giurisprudenza, dal 1957 ha insegnato prima filosofia teoretica e poi filosofia morale alla Federico II. La sua attività di docente universitario e filosofo non gli ha impedito di prendere parte attivamente alla vita politica come deputato, senatore e parlamentare europeo.

Le sue lezioni, la sua vasta produzione filosofica, le acute riflessioni consegnate ad articoli pubblicati su diversi quotidiani nazionali, sono attraversate da un intenso corpo-a-corpo con le questioni e gli autori più decisivi della filosofia occidentale. Di quella filosofia vista e vissuta da Masullo stesso non come disciplina egoisticamente e solipsisticamente chiusa in sé stessa, ma come amore del sapere e sapere dell’amore, come «saper assaporare i sapori della vita, gustare a fondo i sensi vissuti, … elevare i sensi sensibili a sensi ideali e cogliere nei sensi ideali la possibilità dei sensibili». Filosofia, insomma, come sapienza del patico, come Masullo ha sottolineato nel suo testo del 2003 Paticità e indifferenza.

Lontano da astrazioni intellettualistiche, il suo progetto filosofico si installa nel cuore della polis, si nutre di uno scambio costante, di una relazione intima con una realtà cangiante, attraversato da impulsi nichilistici. In un’intervista del 2016, Masullo mise in risalto le peculiarità precipue della nostra epoca, pervasa da una specifica forma di nichilismo: «Vi siamo pienamente immersi. Ma con questa differenza rispetto al passato: oggi non è più interessante il nichilismo teorico, quello che affermava, da Nietzsche a Dostoevskij, che siccome non c’è più verità allora tutto è possibile. Oggi la gente ha rovesciato questa sentenza e dice che siccome tutto è possibile allora non c’è più verità». Il nichilismo, dunque, come problema eminentemente politico che va affrontato quotidianamente attraverso nuove modalità relazionali, nuove connessioni.