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Benedetto XVI ai leader internazionali: rispettosi del creato possiamo costruire uno sviluppo integrale

LA NOTA

di Antonio Colasanto
L’uomo non è il padrone del creato.
La terra è dono prezioso del Creatore, il quale ne ha disegnato gli ordinamenti intrinseci, dandoci così i segnali orientativi a cui attenerci come amministratori della sua creazione. E’ proprio a partire da questa consapevolezza, che la Chiesa considera le questioni legate all’ambiente e alla sua salvaguardia intimamente connesse con il tema dello sviluppo umano integrale.
Lo ha detto Benedetto XVI che ha dedicato la sua catechesi del mercoledì alla questione ecologica, in vista della Giornata per la salvaguardia del Creato che verrà celebrata il 1° settembre e della “United Nations Climate Change Conference”, la conferenza delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico, in programma a Copenhagen dal 7 al 18 dicembre.
“A tali questioni – ha ricordato il Papa - ho fatto più volte riferimento nella mia ultima Enciclica Caritas in veritate, richiamando “l’urgente necessità morale di una rinnovata solidarietà” non solo nei rapporti tra i Paesi, ma anche tra i singoli uomini, poiché l’ambiente naturale è dato da Dio per tutti, e il suo uso comporta una nostra personale responsabilità verso l’intera umanità, in particolare verso i poveri e le generazioni future.”
Tutti temi che il Papa ha già ampiamente e con chiarezza trattato nel Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 2008.
Avvertendo la comune responsabilità per il creato, la Chiesa non solo è impegnata a promuovere la difesa della terra, dell’acqua e dell’aria, donate dal Creatore a tutti, ma soprattutto si adopera per proteggere l’uomo contro la distruzione di se stesso. Infatti – ha sottolineato Papa Benedetto – “quando l’«ecologia umana» è rispettata dentro la società, anche l’ecologia ambientale ne trae beneficio.” Non è forse vero –si è domandato il Papa – che l’uso sconsiderato della creazione inizia laddove Dio è emarginato o addirittura se ne nega l’esistenza?
Se viene meno, infatti, il rapporto della creatura umana con il Creatore  la materia è ridotta a possesso egoistico, l’uomo ne diventa “l’ultima istanza” e lo scopo dell’esistenza si riduce ad essere un’affannata corsa a possedere il più possibile.
La protezione dell’ambiente, la tutela delle risorse e del clima – ha sottolineato con forza Benedetto XVI – richiedono che i responsabili internazionali agiscano congiuntamente nel rispetto della legge e della solidarietà, soprattutto nei confronti delle regioni più deboli della terra. Insieme possiamo costruire uno sviluppo umano integrale a beneficio dei popoli, presenti e futuri, uno sviluppo ispirato ai valori della carità nella verità. Perché ciò avvenga è indispensabile convertire l’attuale modello di sviluppo globale verso una più grande e condivisa assunzione di responsabilità nei confronti del creato: lo richiedono non solo le emergenze ambientali, ma anche lo scandalo della fame e della miseria.
Cari fratelli e sorelle, ringraziamo il Signore  - ha esortato il Papa a conclusione dell’udienza –  e facciamo nostre le parole di san Francesco nel Cantico delle creature: “Altissimo, onnipotente, bon Signore, tue so’ le laude, la gloria e l’honore et omne benedictione … Laudato si’,  mi’ Signore,  cum tucte le tue creature”.
Così san Francesco.
Anche noi vogliamo pregare e vivere nello spirito di queste parole.

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