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Casavola, Jossa e Marafioti dottori ad honorem in teologia

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«Il Consiglio di Facoltà nella seduta del 16 maggio 2018 ha deliberato il conferimento del dottorato ad honorem per meriti scientifici ed alti incarichi istituzionali a…» Con questa formula, nell’aula magna della  Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale, sezione san Tommaso d’Aquino in Napoli, nel pomeriggio del 9 novembre 2018, in occasione dell’apertura ufficiale dell’anno accademico 2018-2019,  conferimento del dottorato ad honorem in teologia al professore Francesco Paolo Casavola, presidente emerito della Corte Costituzionale, al professore Giorgio Jossa, storico del cristianesimo dell’Università di Napoli Federico II, e al reverendo padre Mario Marafioti, s. j. fondatore della Comunità Emmanuel, alla presenza, tra gli altri, del Gran Cancelliere, il cardinale arcivescovo di Napoli Crescenzio Sepe e del preside della Facoltà, monsignore Gaetano Castello.

Le motivazioni dei titoli conferitiFrancesco Paolo Casavola: professore di diritto romano ha conseguito la libera docenza in diritto romano nel 1958. Ha fatto parte, in gioventù, della FUCI. Ha insegnato Istituzioni di diritto romano prima presso l’università di Bari e poi presso l’università di Napoli Federico II, dove ha ricoperto il ruolo di preside della facoltà di giurisprudenza  dal 1983 al 1986- Nominato giudice costituzionale dal Parlamento il 6 febbraio 1986, giura il 25 febbraio 1986. È eletto presidente nel novembre 1992, esercitando la sua funzione di carica sino al febbraio 1995. Negli anni 1993-1994 ha fatto parte della Commissione di arbitrato per l’ex Jugoslavia. È stato, inoltre, garante per l’editoria e la radiodiffusione. Nominato presidente del comitato nazionale per la bioetica nel 2006. Dal 1998 al 2009 è stato alla guida dell’Istituto dell’Enciclopedia Italiana. Ha pubblicato con Guida Editore, nel 2010 Ritratti Italiani, un saggioche celebra i 150 anni dell’unità di Italia; Giorgio Jossa: professore ordinario presso la facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Napoli Federico II dal 1980, dove ha insegnato storia religiosa dell’oriente cristiano, storia della Chiesa antica e storia del cristianesimo. Lasciata l’università nel 20034, ha continuato l’attività didattica come docente invitato alla Pontificia Facoltà teologica dell’Italia Meridionale, sezione san Luigi, e presso l’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici. Tra i fondatori della rivista Quarta generazione, ha diretto per diversi anni la rivista Il Tetto. È membro della Studiorum Novi Testamenti Societas, dell’associazione Biblica Italiana e dell’associazione italiana per lo Studio del Giudaismo; fa parte del comitato di redazione della Rivista biblica; padre Mario Marafioti s.j.: gesuita, noviziato a Napoli. A Lecce, dove c’era una piccola residenza di padri gesuiti costituì la prima cellula di un movimento di rinnovamento spirituale, nota poi come la Comunità Emmanuel, oggi organizzata da sei settori di intervento: famiglia, disabilità, dipendenze, cooperazione e impresa sociale, migrazione e sud del mondo Diakonia. I problemi e gli sviluppi di questi servizi hanno impegnato la Comunità in una grande sfida pedagogica. La laicità del servizio si esprime nell’accoglienza offerta a tutti, senza distinzione di sesso, religione  o appartenenza ideologica, e nell’atteggiamento di rispetto dialogo e disponibilità verso le varie collaborazioni richieste dal servizio alla persona. La Comunità accoglie attualmente circa 500 persone, tra volontari ed operatori.

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Brevi passi delle Lectio Academica – La laicità e la religione secondo Francesco Paolo Casavola: l’evoluzione della società contemporanea spinge ad affrontare in nuovi termini il tema della laicità, come concetto e come prassi dovuta all’incontro tra cristianesimo e realtà secolare. La laicità può divenire, in forme inedite, una questione che non solo permette una distinzione necessaria tra le due realtà, ma in qualche modo ne promuove il dialogo e costituisce allo stesso tempo un elemento dinamico. Tra laici e uomini di religione può esserci convivenza armoniosa solo se entrambi solo liberali; tra laici e uomini di religione può esserci pieno accordo nel volere  la stessa forma di Stato, generata dal principio della laicità; Giorgio Jossa e il Gesù storico: l’interesse per la figura storica di Gesù è diventato fortissimo negli ultimi anni. In ambito scientifico, non è la prima volta che questo interesse si manifesta con tale intensità. Una prima serie di studi sulla figura storica di Gesù apparve nella seconda metà del secolo XIX, in quella che si usa definire la corrente della teologia liberale. I Vangeli canonici rileggono la storia di Gesù alla luce della fede della Chiesa. Sono perciò indiscutibilmente una interpretazione teologica, non storica, della figura di Gesù. E sono una interpretazione teologica che la Chiesa ha scelto tra altre perché in essa ha ritenuto di riconoscere il fondamento della propria fede. Soprattutto bisogna affermare che, pur essendo i Vangeli canonici indiscutibilmente interpretazioni di fede della persona di Gesù, essi non perdono mai il legame con la sua figura storica. La scelta di quella singolare, e nuova, forma letteraria che è il Vangelo per parlare della persona di Gesù rivela che la preoccupazione principale dei Vangeli di Marco, Luca, Matteo e Giovanni è proprio quella di affermare l’identità paradossale del Cristo glorioso nel quale essi credono col Gesù storico dei primi testimoni; Mario Marafioti e la teologia di periferia: quelli che hanno fatto teologia prima di noi, nel tempo passato si sono dovuti confrontare con l’illuminismo e l’esaltazione della Dea Ragione, col nazismo e l’ideale di una razza di superuomini, col comunismo che, in nome dell’uomo, diffondeva l’ateismo di Stato. Noi ci troviamo di fronte l’ideologia liberal-radicale che propone una libertà senza limiti, in cui ognuno deve essere libero di realizzare i propri desideri, considera il corpo umano e il mondo come materia manipolabile a volontà, e reclama il diritto di poter utilizzare tutte le possibilità offerte dalla tecnologia senza avere limiti di norme giuridiche e morali. Ci si chiede se questa libertà assoluta, in cui l’uomo coi suoi desideri è misura di tutte le cose e soprattutto diventa misura del bene e del male, è la vera libertà. L’errore tiene prigionieri, la verità rende liberi.

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