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Ciro, il Cicerone di Resina

Ritrovarsi lungo la strada che attraversa il mercato delle pezze di Pugliano non è cosa di tutti i giorni. Parliamo del bazar più antico e rinomato del centro-sud di cose usate e bizzarre. Uscendo dalla stazione Circumvesuviana di Ercolano Scavi, basta svoltare a destra lungo la via IV Novembre per ritrovarsi nella riqualificata piazza antistante la Basilica di Santa Maria a Pugliano.Tra vecchi palazzi, chioschetti ed edicole votive, sono sulle orme di chi ha rifornito abiti e accessori per il film su Giancarlo Siani, giornalista del Mattino ammazzato dalla camorra negli anni ’80 che trova in un caldo scorcio di fine luglio il suo set ideale, tra i quartieri centrali e le viuzze di Ercolano. Il mercato è conosciuto dai giovani di Napoli e dell’hinterland per la moda alternativa, pantaloni e maglie ricercate ma soprattutto visitato dalle innumerevoli compagnie teatrali amatoriali e non che trovano qui il camerino perfetto, ricco all’inverosimile per la scelta, dai cappelli alle parrucche, dai vestiti di carnevale agli abiti storici, dagli anelli alle scarpe demodè, accuratamente selezionati anche dai costumisti di Cinecittà, gli stessi che hanno vestito i personaggi di film di successo come "I cento passi", "La meglio gioventù", "Prima dammi un bacio". Camminando allungo lo sguardo cercando qualcuno che racconti miti, storie e personaggi di una fiera unica nel suo genere, con i suoi androni senza intonaco che ricordano i suk mediorientali, con gli anziani seduti all’ingresso dei vecchi magazzini che espongono pellicce e tute adidas degli anni ’80, con i suoi bambini che gironzolano tra i vicoletti che conducono ad una casbah ai più sconosciuta, un dedalo di pareti completamente coperte di pantaloni da lavoro, improbabili divise e maglie straniere.Nella vana ricerca di un numero civico mi imbatto in un signore canuto al quale pongo qualche domanda. Mi indica immediatamente Ciro Cozzolino, che poco dopo si rivelerà la memoria storica di Pugliano, mente vivace e mai sazia di aneddoti e storielle sul noto mercato. Ciro è una persona schietta, dai modi originali, terza generazione del mercato di Resina, perchè la prima risale al dopoguerra. E’ illuminante sapere che molto prima di essere la strada degli abiti usati, in realtà il mercato originario abbia visto i suoi albori nella raccolta e messa in vendita di oggetti tra i più vari, messi per terra dai "saponari" di Resina sul finire dell’800. Alla fine della seconda guerra mondiale, il papà di Ciro, Giuseppe, era appena un giovanotto quando a Resina passavano  i camion carichi di balle donate dagli americani che sbarcavano a Napoli targati Boston-USA. La Strada Statale 18 Tirrena Inferiore, ovvero l’antica strada regia delle Calabrie, costellata nel tratto del Miglio d’Oro da ville sfarzose e palazzi nobiliari del ’700. era l’arteria principale del Mezzogiorno, percorsa dai tir carichi dell’ "oro di Pugliano". Giuseppe, assieme ad altri sei sette scugnizzi saltavano sui tir dei militari stracolmi di aiuti e come <<piccoli Robin Hood per il popolo>> scaricavano le balle all’altezza del Corso Resina. Un vero assalto che vedeva la strada bloccata al traffico di carrozze e autovetture, invasa da quintali di balle e pezze caricate dagli stessi scugnizzi che provvedevano a sistemarle nei depositi di Pugliano. <<Mammà, ricordi quando papà prendeva le balle dai camion?>>.Ciro avvicina l’anziana madre che tentenna, poi accenna di si col capo. Poco dopo riprende il racconto, narrando che sul finire degli anni ’40 i resinari imparentati con emigrati negli Stati Uniti, ben presto fiutarono il business che si faceva strada e iniziarono ad intrecciare rapporti sempre più stretti con gli States, attraverso una serie di viaggi, dando vita ad una filiera dell’usato strutturata, cosi importante da originare un colossale mercato. Il boom si ebbe negli anni ’60 e col tempo all’importazione dell’usato si aggiunsero indumenti nuovi. E’ stato il Piano Marshall il motore di avviamento di Pugliano. Prima della nascita del mercato, nel 1944 un signore di via Trentola mise le pezze ai piedi del vecchio Municipio risalente alla fine del ’700. Un saponaro che, quasi avesse predetto il destino di quell’area, rivoluzionò la sua bancarella passando dalla sua merce abituale fatta di cose vecchie, quadri e mobili alle pezze. Tra i pionieri del bazar napoletano più famoso all’estero emerge Bartolomeo Lemma, primo acquirente di pellicce in America:<<Pensa che una volta su questa strada non si riusciva neanche a camminare, uno addosso all’altro, tante erano le pezze a terra che negli anni settanta la strada diventava strettissima>>rivolgendosi ad un amico venuto a trovarlo. Ciro non ha pause, la sua parlantina è fluida, gesticola perchè ha tanto da dire e riesce a coinvolgere nei suoi ricordi chiunque si trovi nel suo locale per caso, ravvivando insieme agli altri una memoria rimasta intatta nei racconti ereditati durante la sua fanciulezza e nelle vicende vissute in prima persona, tra gli odori delle pezze e il quotidiano vociare della strada. Numerosi i personaggi dello star system son passati di qui. Bennato si innamorò delle camicie con i bottoncini che sfoggia nei suoi concerti e Arnoldo Foa, attore e scrittore giunto nella bottega nel lontano 1967, Ciro era appena adolescente. Scava nella mente la presenza di altri illustri ospiti del suo colorato ballarò. Ad un certo punto gli si illuminano gli occhi:<<ai tempi del glorioso Napoli vennero Bagni, Merola e Carmen Russo. Perchè verrebbero da lui? La sua mercanzia è varia. Tratta pelli usate, rigenerate e montoni caldi per l’inverno acquistati soprattutto da cittadine ucraine o polacche, i nuovi acquirenti di Resina del terzo millennio. D’estate le sue stampelle sono adornate di maglie, camicie e indumenti sportivi e casual, per uomo e per donna. Ciro sarebbe stato un ottimo professore di storia. I ragazzini avrebbero bisogno di persone come lui, perchè attraverso il racconto e i suoi modi accattivanti da oratore, riesce ad incantare l’interlocutore trasmettendo l’amore dell’ambiente in cui è nato e vissuto. Sarà sicuramente un ottimo venditore dalla parola veloce, come rapidi sono gli eventi, i nomi, le circostanze e le situazioni bizzarre che si inseguono nella testa e che a volte, se dimentica, si arrabbia. Lui tutto sa di tutti o quasi, come una spugna che ha assorbito la vita, gli odori, i colori e i volti del mercato, da giovane ragazzo aiutante del papà, lo scugnizzo del dopoguerra. Si sofferma su quanto abbia inciso il benessere di Pugliano. Con i primi lauti guadagni, i poveri iniziarono a sperperare i denari vedendosi arricchiti d’improvviso a dispetto di altri, più cauti che hanno preferito risparmiare e conservare per il futuro, diventando cosi miliardari. Intanto Pugliano cresceva e si espandeva occupando decine di migliaia di persone nel suo indotto. Tuttavia è venuta a mancare quella mentalità imprenditoriale che reinvestisse i guadagni nella città, con un effetto di traboccamento complessivo sull’economia locale. Se imprenditori e politici fossero stati piu lungimiranti, la camorra fatta di malavitosi e intere famiglie dedite alla droga e all’usura avrebbe meno respiro di quello odierno. L’alto tasso di analfabetismo e una certa ignoranza diffusa rappresenta il principale freno alle attività di sviluppo, a detta dello stesso Ciro. Fino a quindici anni fa il 40% della merce proveniva dagli States, percentuale nettamente diminuita oggi, con l’ingresso di altri mercati nella ricerca della merce. Oggi è prevalentemente di origine tedesca, svizzera, italiana, olandese e inglese. Dall’Olanda, ad esempio proveniva "a robbe p’a casa" come i centrini, grandi e piccoli per adornare salotti e sofà. Nell’aria di crisi economica che pervade il paese, si sente dire che la gente non arriva alla quarta settimana, motivo per il quale la gente, seguendo il ragionamento di Ciro, dovrebbe accorrervi con una motivazione economica maggiore, ma i fatti dicono il contrario dato l’afflusso più scarso, non come una volta, quando faceva il commerciante nomade, ai tempi del militare nel Veneto degli anni ’80, quando in caserma a Vicenza capitani e sottotenenti gli chiedevano abiti, maglie, jeans alla moda. Fu cosi che ricreò una cellula del mercato in caserma. Un altro episodio che la dice lunga sui tesori di Pugliano riguarda tre giubbotti di aviatori americani venduti venti anni fa per 600.000 lire e attualmente conservati in un museo militare di Berlino, stessa sorte della divisa di un soldato delle SS venduta ad un motociclista. Più volte, tra un fatto e l’altro, ripete una data che segna il principio della sua attività: primo marzo 1961, perchè<<Ie so’ nate rind ‘e balle>>.La clientela si è rivoluzionata. I clienti sono soprattutto di origine locale, mentre spesso venivano da Roma e Firenze. Alcuni affezionati e appassionati non fanno a meno di tornare per l’affetto e i ricordi legati ad un mercato stravagante. Ciro rievoca questo fiore all’occhiello di Ercolano, una babele dell’usato attrattiva quanto le rovine archeologiche, quando le balle si aprivano due giorni alla settimana: il lunedì e il venerdì. La domenica era festa, a differenza di oggi che resta aperto per le visite di badanti e accuditrici dell’Est Europa. Il presente e il passato recente non sono tutto "rosa e fiori". Da dieci anni alterna il suo lavoro facendo lo stagionale, il "marittimo" sulle navi. D’altronde non c’è alternativa per mantenere la famiglia. In passato ha girato tutti i mari del mondo, conosce già la vita sul mare. Nostalgico, mostra infine un’altra foto scattata da giovanissimo, sul pontile di una nave a Baltimora, sperando che un giorno una luce nuova possa illuminare il mercato di Resina…a partire dai lampioni di sera:<<Sono spenti da due settimane!>>.

 

 

   

 

 

 

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