Questa volta ci occuperemo della lombalgia, infiammazione comunemente chiamata anche “colpo della strega”. La lombalgia si presenta come un dolore acuto che si avverte nella zona lombare e ostacola le normali funzionalità del tratto lombosacrale.
Le cause scatenanti sono molteplici, tra le più comuni troviamo: sforzi della schiena in posizioni inadeguate, atteggiamenti posturali scorretti, scarsa elasticità muscolare e spesso un insufficiente riscaldamento dei muscoli prima di competizioni o attività sportive. Anche il freddo ed il sovrappeso possono essere fattori da non trascurare.
L’attività fisica svolta in maniera regolare ed una corretta alimentazione riducono in modo considerevole l’insorgere della lombalgia.
A livello neuro-muscolare ciò che accade è l’invio di un’informazione afferente (dalla periferia verso il sistema nervoso centrale) da parte dei recettori muscolari ed articolari della zona in questione; una volta ricevuta l’informazione, parte la risposta dell’SNC il quale invia l’impulso nervoso per creare il blocco delle strutture interessate al fine di bloccare la zona per evitare ulteriori problemi e o lesioni. Secondo il Gruppo di studio della scoliosi e delle patologie vertebrali (Gss), circa l’85% degli italiani ha sofferto di questo disturbo almeno una volta nella vita.
In genere si riscontra che la lombalgia guarisce spontaneamente nel 90% dei casi, mentre ci possono essere complicazioni gravi soltanto nello 0,5% dei casi.
Il trattamento della lombalgia dipende da vari fattori, fra cui il tipo, l’entità e le cause della patologia, oltre che le condizioni generali del paziente. Per la lombalgia acuta in passato venivano consigliati lunghi periodi di riposo ma si è poi riscontrato che questo tipo di terapia rende più problematico il recupero poiché comporta il deterioramento della muscolatura. Oggi si tende a favorire una ripresa rapida della vita normale limitando a pochi giorni la durata della degenza a letto.
Il processo di riabilitazione prevede ginnastica, fisioterapia e se necessario farmaci; fondamentale è l’integrazione è la coordinazione di questi aspetti terapeutici.
I medicinali che vengono utilizzati sono soprattutto gli analgesici (in particolare il paracetamolo), gli antinfiammatori non steroidei (FANS) ed il cortisone.
Tuttavia, escludendo la lombalgia cronica, cioè di durata superiore alle dodici settimane, anche la fitoterapia offre ottimi risultati nella fase acuta dell’infiammazione.
Ecco di seguito riportati dieci rimedi naturali per combattere il colpo della strega:
- Per i primi due giorni fare degli impacchi con la borsa del ghiaccio sul dorso: tolgono tensione e dolore. Subito dopo prendere un asciugamano da immergere nell’acqua bollente e applicarlo ben disteso sulla schiena, allevia gli spasmi.
-Scutellaria (Scutellaria baicalensis). È un ottimo rimedio fitoterapico che ha un importante effetto antinfiammatorio e antiossidante. È un’erba di origine orientale le cui radici sono ricche di bioflavonoidi. Si assume sotto forma di estratto secco titolato come baicalina al 18% (90 mg due volte al giorno).
-La glucosamina è una sostanza ricavata dal guscio dei crostacei e che interviene nel metabolismo delle glicoproteine, che sono molecole fondamentali per la sintesi del tessuto connettivo e per la ricostruzione delle cartilagini articolari. Costituisce un ottimo rimedio naturale per il mal di schiena proprio perché svolge anche una discreta azione antinfiammatoria. Una sua carenza si manifesta con l’intensificarsi dei dolori debilitanti, soprattutto quelli a carico della schiena provocati da una degenerazioni delle cartilagini, nelle artriti e nelle artrosi; in questi casi si può agevolmente intervenire con un’integrazione di glucosamina, che riduce il dolore, disinfiamma l’apparato osteoarticolare e favorisce la veloce ripresa di una vita normale. Il dosaggio nei vari integratori è molto variabile, ma quello ritenuto efficace è pari a 1500 mg al giorno.
-Impacco disinfiammante per i dolori lombari – Diluire in mezzo litro d’acqua calda 4 gocce di olio essenziale di camomilla romana, 5 gocce di olio di rosmarino, 5 di olio di lavanda e fare degli impacchi mattina e sera, tenendo il panno sulla schiena finché non si raffredda.
-L’equiseto è indicato grazie al suo elevato contenuto di calcio e alla sua capacità di favorire l’attività ripartiva del tessuto osseo. Per questo è raccomandato anche a chi (soprattutto donne) soffre di osteoporosi. Assumere 20 gocce di tintura madre di equiseto al mattino e 20 gocce prima di cena, in poca acqua, fino a miglioramento della sintomatologia.
-Se i dolori si concentrano all’altezza dei reni per poi irradiarsi nelle gambe, sono utili gli impacchi con la consolida maggiore e i massaggi con gli oli di timo e ginepro. Miscelare in 60 ml di olio di mandorle dolci 4 gocce di ginepro, 5 gocce di timo e massaggiare nella zona tra schiena, fianchi, glutei e cosce. Se la parte risulta dolorante al massaggio, preferire un bagno in acqua calda, in cui diluire 7 gocce di olio di timo. Il trattamento è sconsigliato in gravidanza.
-Tè disinfiammante alla spirea – Il tè si prepara mettendo in infusione in 250 g circa di acqua bollente un cucchiaino di spirea. Servito con un pizzico di menta piperita e, se si vuole, dolcificato con un cucchiaio di miele. La dose consigliata è di due tazze al giorno.
-L’arnica montana si adopera esclusivamente per uso esterno nella terapia di distorsioni, contusioni, traumi, ecchimosi e dolori muscolari. Non usare in caso di ferite o piaghe aperte per la possibilità di provocare irritazioni locali. La tintura di arnica non va mai impiegata pura ma diluita sempre al 10-20% solo con l’acqua o con acqua e un po’ di glicerina. Gli impacchi vanno rinnovati a brevi intervalli all’inizio e poi ogni mezz’ora – un’ora secondo la gravità del caso.
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-La quercia ha proprietà antisettiche ed antinfiammatorie ben note sin dall’antichità quando veniva utilizzata contro emorragie e avvelenamenti. Il decotto da applicare sulle parti interessate si prepara con 3g di quercia in 100g di acqua.
-L’artiglio del diavolo è una pianta originaria del Sud Africa. Questo nome particolare deriva dai piccoli uncini presenti sul frutto della pianta. Oltre che contro il mal di schiena risulta efficace anche contro dolori al collo, artriti e tendinite. Lo si trova in capsule, tintura e in bustine da te.
Per infiammazioni e dolori è assunto nella forma di capsule. Sulla base delle ricerche effettuate, la dose giornaliera di artiglio del diavolo deve fornire dai 25mg ai 50mg di arpagosidi ( i suoi componenti attivi) al giorno. E’ controindicato in presenza di ulcere gastriche o duodenali.
Le persone affette da diabete o che stanno assumendo medicinali che interferiscono con gli zuccheri nel sangue devono usare l’artiglio del diavolo solo sotto la supervisione di medici specializzati.
L’artiglio del diavolo non deve essere utilizzato in gravidanza poiché potrebbe provocare contrazioni uterine.