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Egitto: repulisti anti Mubarak

La damnatio memoriae del popolo egiziano colpisce al cuore l’uomo simbolo degli ultimi 30 anni di storia, ma soprattutto di potere pressoché assoluto.

Nella giornata di ieri la Corte d’Emergenza del Cairo ha emanato  una sentenza esecutiva in virtù della quale i nomi e le foto di Hosni e Susanne Mubarak (la ex first lady) dovranno essere rimossi da tutte le insegne pubbliche del Paese.

Strade, piazze, edifici scolastici e biblioteche vivranno dunque molto presto un repulisti senza precedenti.

 

Stando ai dati forniti dal Ministero della Pubblica Istruzione, oggi più di 549 scuole portano il nome dell’ex presidente egiziano o della moglie Suzanne, o ancora del figlio Gamal, che dalla settimana scorsa si trova agli arresti nel carcere di Tora assieme al fratello Alaa.

Il provvedimento è stato firmato dal giudice Mohammed Hassan Omar, ed  è stato motivato dal presupposto che “Mubarak ha spinto l’Egitto intero in un vortice di corruzione”.

Sono state già messe in cantiere moltissime proposte per ribattezzare le strade e le strutture pubbliche su cui il nome o l’effige di Mubarak hanno campeggiato per decenni.

Tra i nuovi nomi più accreditati ci sarebbero quelli evocativi di 25 Gennaio, o Martiri, o ancora Facebook, in onore al social network da cui è iniziato l’appello alla rivolta.

Naturalmente occorreranno diverse settimane per completare tutti i lavori di cancellazione pubblica del nome dell’ex raìs, praticamente onnipresente in parchi, aeroporti, ospedali, ponti e musei in tutto il Paese: per molti uno sforzo simile è paragonabile a quello che vide gli antenati Egizi lavorare alle imponenti Piramidi di Giza.

 

 

 

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