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Donne egiziane pioniere del girlpower

Una scrollata a tutte le femministe del mondo arriva, neanche a dirlo, dall’Egitto. Ebbene si, in un paese tradizionalmente conservatore, le donne sentono il bisogno di gridare forte e chiaro cosa pensano realmente di matrimonio ed amore. Ma la vera notizia è che lo fanno mediante un programma televisivo. Si tratta di una sit-com, intitolata Mi voglio sposare, che lancia un messaggio inequivocabile: le donne vogliono avere parte attiva nel cercare il compagno della loro vita, e non subire le scelte maschiliste di padri, madri o corteggiatori.

Ghada Abdel-Aal, autore di un blog divenuto libro di successo, che ha ispirato questa serie-tv, dichiara: <<Non è ammissibile che una donna già al terzo appuntamento debba essere disposta a parlare di dote e matrimonio>>. Ma soprattutto: <<Non è possibile che la giovane donna in questione sia tenuta semplicemente ad accettare il marito designato, spesso senza neppure sapere di chi si tratti>>.

Sembra dunque che la donna egiziana abbia tutta l’intenzione di avviarsi all’altare della modernità, dicendo addio ad alcuni pilastri della tradizione. Di fatto, per la famiglia della sposa, trovare un buon partito significa vincere un terno al lotto, visto che è il futuro marito a: coprire le spese matrimoniali, acquistare la casa coniugale, e infine versare, a matrimonio fatto, una cospicua somma come regalo di nozze a suoceri e consorte.

Nonostante ciò, la donna egiziana oggi rivendica il suo diritto ad essere schizzinosa e rifiutare, se necessario, il maschio.

Come fa la protagonista della fiction, quando scopre che il suo promesso è un manager già sposato con una donna occidentale. Sebbene ciò per la religione musulmana non sia un problema, lei rivendica il diritto all’esclusiva, e per questo pianta in asso il fidanzato. La serie è stata trasmessa durante il mese del Ramadan, e ha utilizzato un taglio ironico e divertente: un modo leggero, per iniziare un dibattito importante e spesso drammatico quale quello del cosiddetto girlpower in un Paese tradizionalista a maggioranza musulmana.

 

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