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Herculaneum, riapre al pubblico il Teatro Antico

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Herculaneum, sempre più emozioni dalla città antica: dopo vent’anni di chiusura, domenica 17 marzo 2019 ha riaperto definitivamente il percorso di visita del Teatro Antico di Ercolano. Una riapertura che cade a otto giorni esatti dalla Settimana dei musei, durante la quale il Parco Archeologico di Ercolano ha registrato un notevole aumento di visitatori rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Nel corso della settimana i visitatori hanno potuto assistere al restauro live, nel laboratorio dell’Antiquarium, di due frammenti di pittura appartenenti molto probabilmente all’apparato decorativo di Villa dei Papiri. Il teatro è accessibile alle visite utilizzando le scale realizzate in epoca borbonica e scendendo a più di 20 metri sotto la lava che lo ricopre. Una visita eccezionale che consente di partecipare ad una vera e propria esplorazione, vedendo i resti dell’antico edificio, ma anche reperti e graffiti lasciati nei secoli dai visitatori nel grand tour.

Il Teatro  -  Venne costruito in un’area nei pressi del foro durante la prima fase dell’età augustea, per volere del duoviro  Annius Mammianus Rufus, su progetto dell’architetto P. Numisius: poteva contenere circa duemilacinquecento persone ed al suo interno venivano interpretate commedie e satire. Subì sicuramente dei danni durante il terremoto di Pompei del 62, al quale seguirono lavori di restauro come testimoniato da alcuni inserti di mattoni e dal rifacimento di pitture in quarto stile; nel 79, durante l’eruzione del Vesuvio, venne ricoperto da una strato di ceneri, lapilli e fango, che solidificandosi produsse un solido strato di tufo, preservandolo nel tempo. La sua scoperta avvenne nel 1710, quando per caso, un contadino, Ambrogio Nocerino, detto Enzechetta, intento a scavare un pozzo per irrigare il suo orto, rinvenne alcuni pezzi di marmo che vendette poi ad un artigiano di Napoli, il quale stava costruendo delle cappelle nelle chiese napoletane: Emanuele Maurizio d’Elboeuf, per il quale l’artigiano lavorava, venuto a conoscenza dei ritrovamenti, acquistò il pozzo e iniziò le indagini tramite cunicoli sotterranei. Nel 1738, durante la costruzione della Reggia di Portici, Roque Joaquín de Alcubierre, ingegnere del re Carlo III di Spagna, venne a conoscenza del cunicolo e dei suoi ritrovamenti: dopo aver incontrato qualche sterile difficoltà, ottenne il permesso per avviare delle nuove ricerche, rivenendo anch’egli due statue, di cui una in bronzo, e pezzi di marmo; Marcello Venuti, un erudita del tempo, esaminando tutti i vari reperti, giunse alla conclusione che quella struttura fosse il Teatro e non il Tempio di Giove come inizialmente supposto.

La visita al teatro… e gli avvisi per la visita – Si svolge, attualmente, attraverso una serie di rampe di scale e di cunicoli, che permettono di vedere parti dell’edificio sotterrato, scendendo fino al piano dell’orchestra, pavimentata in marmo bianco. Lo spazio del palcoscenico è in gran parte occupato da due grandi piloni settecenteschi realizzati da Francesco La Vega per motivi statici. Il fronte scena presenta la porta regia al centro, le due porte hospitales ai lati e quattro nicchie laterali, dove originariamente erano collocate le statue recuperate negli scavi per cunicoli del principe d’Elboeuf, fra cui si ricordano quelle dette Piccola e Grande Ercolanese, ora conservate nel museo di Dresda. Le visite si terranno tutte le domeniche dal 17 marzo 2019; il costo dei biglietti è di 10 euro (intero) e di 2 euro (ridotto per ragazzi con età compresa tra i 18 e i 25 anni). Vista la particolarità del sito, la direzione del parcoha emesso le seguenti raccomandazioni cui i visitatori del teatro dovranno attenersi: il percorso è sotterraneo e raggiunge circa 25 metri dalla quota stradale; la visita è dedicata ai maggiorenni; l’appuntamento è presso la biglietteria del Parco Archeologico almeno 30 minuti prima dell’inizio del proprio turno di visita; la pavimentazione è bagnata in più punti ed è scivolosa per via della presenza di sedimentazioni calcaree e di acqua. Inoltre, il percorso prevede molti gradini, pertanto, non è adatto ai soggetti claustrofobici e alle persone con problemi di deambulazione o in gravidanza; per motivi di sicurezza si richiede ai visitatori di portare con sé solo borse di piccole dimensioni; saranno forniti dal Parco Archeologico di Ercolano caschetti, cuffia per capelli, mantelline e torce da utilizzare nel percorso; è obbligatorio l’uso di scarpe chiuse, basse, resistenti ed impermeabili. È preferibile l’utilizzo di scarpe da trekking. Si consiglia di munirsi di maglie o giacche comode, da indossare prima della visita, dato il considerevole sbalzo termico da affrontare durante il percorso.

Le dichiarazioni del direttore Francesco Sirano – «Come era facile attendersi abbiamo avuto il sold out per i tre turni che abbiamo messo in campo per iniziare questa nuova esperienza. La mattinata è stata un successo anche grazie al Comune di Ercolano, ai volontari della Pro Loco e a tutto il personale che, nonostante le gravi carenze numeriche, ha mostrato di condividere gli obiettivi di apertura e di ampliamento dell’offerta culturale del Parco».