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Il Falsario

<<La vicenda dalla quale prende spunto questo romanzo è realmente accaduta. In poco più di due anni, dal gennaio del 2000 all’aprile del 2002, Jan Hendrik Schön, ricercatore presso prestigiosi laboratori privati americani, balzò agli onori delle cronache scientifiche per le sue innovative scoperte nel campo della fisica che vennero pubblicate su importanti riviste. La sua ascesa venne bruscamente interrotta nel maggio del 2002, quando una commissione indipendente contestò tutti i dati delle sue ricerche che si rivelarono un clamoroso falso>>. Così nella nota dell’autore esordisce Gianfranco D’Anna che, come già anticipato, si è ispirato ad una storia realmente accaduta alla quale lo stesso D’Anna ha potuto assistere da vicino. Nato a Zurigo nel 1960, questo scrittore, che prima di tutto è un fisico, ha lavorato presso i Bell-Lab statunitensi (laboratori di ricerca e sviluppo) insieme al fisico tedesco Jan Hendrik Schön, del quale le cronache si occuparono molto in seguito ad uno scandalo che scosse l’intera comunità scientifica. Schon si dimostrò subito un collaboratore molto attivo e dedito alle sue ricerche, tanto da ricevere tra il 2001 e il 2002 alcuni premi che dopo lo scandalo gli furono giustamente ritirati. Tuttavia, in seguito ad alcune incongruenze segnalate dai colleghi, i Bell-labs decisero di nominare un comitato di inchiesta esterno per approfondire il caso dal quale  emerse che Schon aveva compiuto letteralmente una delle più grandi truffe in campo scientifico mai viste prima. Attorno a questa vicenda, che risale ai primi anni del 2000, si sviluppa il libro di Gianfranco D’Anna, che all’epoca dei fatti era un collaboratore del prestigioso centro di ricerche. Trattandosi di un romanzo, i nomi di persone e luoghi, come tanti altri particolari sono stati ovviamente cambiati; ma leggendo attentamente il libro e conoscendo la vicenda, è possibile risalire ai personaggi reali. La lettura è avvincente e ritmica, caratterizzata talvolta da un’incalzante terminologia tecnica che può indurre spaesamento in un lettore che non ha familiarità con il linguaggio scientifico. Questo però non impedisce al lettore di appassionarsi al romanzo, che ha un intenso “sapore” di realtà.

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