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Il giorno della civetta

“Che cos’ è la mafia?…Una voce anche la mafia:che ci sia ciascun lo dice, dove sia nessun lo sa..Voce, voce che vaga: e rintrona le teste deboli, lasciatemelo dire…Mi addolorate, figlio mio, mi addolorate: come siciliano mi addolorate, e come uomo ragionevole quale presumo di essere…Quel che, indegnamente, rappresento, si capisce non c’entra..Ma il siciliano che io sono, e l’uomo ragionevole che presumo di essere, si ribellano a questa ingiustizia verso la Sicilia, a questa offesa alla ragione…Ci sono uomini rispettati: per le loro qualità, per il loro saper fare, per la capacità che hanno di comunicare, di crearsi immediatamente un rapporto di simpatia, di amicizia; e quella che voi chiamate voce pubblica, il vento della calunnia, subito si leva a dire: -ecco i capi mafia.”Leggendo questo passo, tratto dal famosissimo libro “Il giorno della civetta” di Leonardo Sciascia, vengono i brividi. La dichiarazione è proferita da un siciliano degli anni Sessanta; dunque, solo una quarantina d’anni sono trascorsi da quando la gente comune negava, per interesse o per paura, l’esistenza della mafia o di qualsiasi altra grande associazione criminale. Sono state necessarie un esercito di morti innocenti per poter, almeno, aprire gli occhi e ammettere la presenza, nella nostra società, delle associazioni a delinquere. Soltanto dopo il 19 settembre 1982, giorno dell’uccisione del Generale Dalla Chiesa, lo Stato nel giro di una ventina di giorni formula l’articolo 416 bis, che riconoscendo ufficilamente l’associazione per delinuquere di tipo mafioso, dà la propria risposta al grave fatto di sangue e persegue l’obbiettivo di porre freno al problema mafia.Oggi, nel 2008, un piccolo passo avanti è stato fatto, poiché sono nati una serie di movimenti contro la mafia, la camorra, la ndrangheta, e, per lo meno, se ne discute, non negandosene l’esistenza. Anche se è lontano il giorno in cui si riuscirà, se sarà mai possibile, a debellare questo male insidioso, l’informazione è importantissima.

 

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