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Il primo processo di Oscar Wilde al Lanificio 25

In occasione della “Giornata Mondiale della Lotta all’AIDS” e in concomitanza con il 110° anniversario dalla morte del grande scrittore irlandese Oscar Wilde, mercoledì 1 dicembre Medea.net, Napoligaypress, Ortensia Teatro, Lanificio 25–Carlo Rendano Association hanno presentato, presso il Lanificio 25 di Napoli, “Il primo processo di Oscar Wilde”.
La drammaturgia di Massimiliano Palmese, tratta dall’omonima pubblicazione di Paolo Orlandelli e Paolo Iorio (ed. Ubulibri), ha visto impegnati Roberto Azzurro nel doppio ruolo di regista e interprete-protagonista (Oscar Wilde), Carlo Cerciello nel personaggio di Edward Carson (l’accusa), Raffaele Ausiello nel ruolo di Alfred Douglas Bosie (l’amante di Wilde), Carlo Caracciolo nel personaggio di un amico e Marco Sgamato nelle vesti di Cancelliere e curatore delle musiche di scena.
Si tratta di un eccellente reading in forma drammatizzata, scritto con elegante ironia e coinvolgente linguaggio, che racconta la triste vicenda di Oscar Wilde accusato di sodomia e sottoposto a tre processi.
Alla domanda <<cos’è l’amore?>>, posta dall’accusa Gill durante il secondo processo, Oscar aveva risposto: <<l’amore, che non osa dire il suo nome in questo secolo, è il grande affetto di un uomo anziano nei confronti di un giovane; lo stesso che esisteva tra Davide e Gionata, e che Platone mise alla base della sua filosofia; lo stesso che si può trovare nei sonetti di Shakespeare… Non c’è nulla di innaturale in ciò>>. Ed Oscar, in nome di quel <<naturale amore>>, fu condannato al massimo della pena: due anni di carcere e lavori forzati per aver violato la legge penale che codificava le regole morali in materia sessuale della sua stessa classe sociale.
Oscar aveva contratto matrimonio con Constance Lloyd, da cui aveva avuto due figli. Sembrava un matrimonio felice, ma in realtà l’amore tra i due durò poco. Wilde iniziò allora una serie di incontri con uomini che destavano il suo interesse. Nel 1891, all’età di 37 anni, conobbe il suo amante Bosie, allora ventenne. Questi, figlio del marchese di Queensberry, si era rivolto allo scrittore per chiedere aiuto in quanto oggetto di ricatto. Tra i due nacque un irresistibile sentimento che li sospinse ad illeciti incontri con svariati ragazzi. L’ <<immorale sentimento>> fu, però, scoperto dal marchese che diffamò pubblicamente Wilde accusandolo di <<atteggiarsi a sodomita>>.
Questa singolare storia di amore e sesso, che ha coinvolto uno dei più arguti spiriti della letteratura mondiale e lo ha condotto prima alla condanna e poi all’annientamento, è stata sublimata e resa in tutta la sua drammaticità dai dialoghi avvincenti di Azzurro e Cerciello. La scelta registica del commento musicale - che si è ispirato al repertorio di Strauss e Verdi e ha affidato al mandolino di Marco Sgamato l’impegno di conferire alla triste vicenda il sapore della nostra Napoli, città in cui i due amanti vissero l’ultimo scorcio della loro storia - ha conferito un ulteriore tocco di classe al dramma di Palmese.
Quale sarebbe stato l’esito del processo – ci viene da chiedere – se la storia Wilde-Bosie fosse stata vissuta non nel 1895, ma nel 2010? E come avrebbe commentato la sua vicenda quel burlone di Oscar Wilde, se avesse sentito il nostro Berlusconi affermare: <<E’ meglio essere appassionato di belle donne che essere gay?>>.

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