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Il progetto comunicativo del Vangelo secondo Matteo

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Che cosa vuol dire credere in Gesù Cristo oggi? Progetto e comunicazione alla facoltà di Capodimonte: Il progetto comunicativo del Vangelo secondo Matteo, è ilseminario interdisciplinare svoltosi il 9 gennaio 2020, in occasione della conclusione del Primo Semestre, presso la sezione san Tommaso d’Aquino della Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale in Napoli. Al centro del dibattito il testo di riferimento in analisi e commento: Matteo. Nuova traduzione ecumenica commentata a cura di Ernesto Borghi,  dell’Associazione Biblica della Svizzera Italiana. Hanno preso parte all’incontro, oltre all’autore, curatore del volume, Francesco Asti, Decano della sezione della Facoltà, Giuseppe Comi, docente di Teologia morale, Gaetano Di Palma, direttore del Seminario di Scienze Bibliche, Carmine Matarazzo, direttore dell’Istituto di Teologia Pastorale.

IL VOLUME – Rientra nel quadro del progetto culturale “Per una nuova traduzione ecumenica commentata dei vangeli”, ideato dall’Associazione Biblica della Svizzera Italiana; è la terza di quattro tappe (Marco e Luca sono già stati pubblicati da Edizioni Terra Santa rispettivamente nel 2017 e nel 2018). Un intero progetto pensato per accompagnare l’attività formativa di tante persone nella Chiesa, sostenendo anche la volontà dei singoli che vogliono approfondire temi, contenuti e valori, e che possono interpellare intensamente il cuore, la mente, la vita di chiunque. Tra le quattro version evangeliche neotestamentarie, questo è il testo più didattico: cinque discorsi tenuti nel testo da Gesù, sono connessi tra loro da una serie di parti narrative che giungono al loro punto globalmente più elevato con I racconti dell’Ultima Cena alle apparizioni del risorto. Il vangelo secondo Matteo, quello probabilmente in rapporto più stretto con le radici ebraiche di Gesù di Nazareth e dei discepoli suoi contemporanei, esprime concetti profondi e veri, sulla giustizia come valore essenziale della vita di tutti e sulle modalità migliori perché nella Chiesa e nella società possano prevalere le ragioni dell’umanità comune rispetto ad ogni forma di idolatria dei beni materiali e della strumentalizzazione degli altri.

 

Ernesto Borghi - «Possiamo considerare che per progetto si intende un piano  o proposito più o meno definito e che parte integrante del concetto siano le verifiche circa il raggiungimento effettivo degli obiettivi fissati. Ad esso si affianca la comunicazione, scambio relazionale, in cui gli interlocutori possono essere variamente coinvolti. Cristianamente parlando, il culmine comunicativo è costituito dalla realtà, rappresentata in termini figurativi da Masaccio della Trinitas in Cruce: «Come il padre consegna suo Figlio alla morte in un gesto di suprema grautità, e il Figlio si lascia consegnare in obbedienza d’amore per noi, così la comunicazione tra gli uomini, per essere vera, esige gratuità e accoglienza e deve svolgersi in quel clima di reciprocità e libertà di cui è testimone lo Spirito santo nel rapporto tra le Persone divine». Tutti possono essere “in cammino” verso la perfezione dell’amare divino… ma come? Guardando alla concretezza della vita quale terreno per coniugare il valore del Vangelo, rispondendo alle esigenze morali e materiali dei propri simili. Senza sostituirsi a Dio nel distinguere giusti e malvagi, ma facendo di tutto per praticare la giustizia in ogni momento ed ad ogni costo. Le linee di forza del progetto comunicativo di Matteo si possono sintetizzare in quattro punti: la pienezza della vita, da Dio all’essere umano, dall’essere umano a Dio, non viene da culture e tradizioni omogenee e costantemente uguali a se stesse; l’adesione alla volontà di Dio è praticare la giustizia verso gli altri esseri umani; la ricerca de Regno e della giustizia è l’apertura a una fedeltà alla tradizione della Torah, reinterpretata dal coinvolgimento della propria libertà responsabile, ad immagine e somiglianza del coinvolgimento del Nazareno crocifisso e resuscitato; la sfida che i discepoli del Nazareno sono chiamati a raccogliere è una azione di discernimento che aiuti a capire le loro qualità come terreni ricettivi della Parola di Dio, le loro possibilità di essere sale, luce e lievito, l’opportunità di essere grano interessato a crescere adeguatamente nella propria identità positiva, la fiducia nella presenza costante de Dio di Gesù Cristo nella propria vita, come stimolo ad aprire la propria quotidianità ad un amore che sa volgersi al di là di chiusure di cuore e mente, sotto il profilo religioso, culturale sociale e politico».