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La stranezza

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La stranezza

di Roberto Andò

Italia 2022

103 minuti

Un film che ama il teatro, da non perdere per chi ama il teatro.
Il regista Roberto Andò mette in scena la stranezza, una sorta di malessere legato alla luna, ma anche una specie di blocco dello scrittore. Luigi Pirandello, interpretato da Tony Servillo, è protagonista della vicenda insieme a due splendidi Ficarra e Picone, cassamortari di uno sperduto paesino siciliano con l’hobby del teatro.

L’INCIPIT – Prima parte del film scoppiettante, grazie a Ficarra e Picone in stato di grazia, che con il dialetto siciliano evocano dei Ciccio e Franco più colti, ma anche Buster Keaton.
La scena della burocrazia cimiteriale sembra tratta da Brazil, uno dei migliori film di Terry Gilliam, ambientato in un paese dominato dalla burocrazia, in cui Mister Tuttle, indimenticabile idraulico interpretato da Robert De Niro, si oppone al sistema riparando abusivamente i guasti nelle case. Nel film basta “ungere” adeguatamente per trovare il loculo giusto al caro estinto, spesso amara realtà.

IL CUORE - La seconda parte vede protagonista Pirandello che vive l’insuccesso, momentaneo, di Sei personaggi in cerca d’autore, forse la sua opera più famosa, che il premio Nobel per la letteratura (1934) presentò al teatro Valle nel 1921, contestato da molti spettatori che non apprezzarono l’originalità della messa in scena che, in anticipo di quasi mezzo secolo, di fatto abbatteva la “quarta parete” mostrando le prove di uno spettacolo come se si stessero veramente svolgendo.
Anche la lingua utilizzata nel film, il dialetto siciliano sottotitolato, costituisce un altro importante riferimento filologico a Pirandello, che iniziò i suoi studi universitari a Palermo nel 1886, per recarsi in seguito a Roma, dove continuò le ricerche di filologia romanza che completò a Bonn, nel 1891, laureandosi con una tesi sulla parlata agrigentina, Foni ed evoluzione fonetica del dialetto di Girgenti , in cui descrisse il dialetto della sua città e quelli dell’intera provincia, suddividendola in diverse aree linguistiche.

Ficarra e Picone alludono ad Aspettando Godot e, novelli Vladimir ed Estragon, messi in un angolo, accettano le contraddizioni fra realtà e teatro.

Nella seconda parte il film perde un po’ di ritmo e brio, ma complessivamente è da vedere.

SUGGESTIONI - E a proposito di stranezza, come non ricordare il Maestro Franco Battiato, che non c’entra nulla con il film, ma che negli anni settanta scrisse una bellissima canzone in dialetto, Stranizza d’amuri. Riascoltatela (si trova facilmente in rete) e godetevi ancora la splendida lingua siciliana.

…E quannu t’ancontru ‘nda strata

Mi veni ‘na scossa ‘ndo cori

‘Ccu tuttu ca fora si mori

Na’ mori stranizza d’amuri

L’amuri…