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Le mille vite di Vincenzo

Vincenzo è originario di Torre del Greco. Inizia a lavorare all’età di 15 anni. Il padre Salvatore, nato nel 1905, ha fatto di tutto: cameriere, gelataio, pasticciere. Avrebbe voluto essere titolare di un’attività…ci ha pensato il signor Vincenzo, 70 anni ma l’aria e il fisico di un giovanotto. Dal papà eredita l’avviamento verso la professione:<<all’epoca si usava fare un pò di tutto, gli operari venivano sfruttati al 100%>>. Inizia la gavetta come garzone di cucina, avanzando di grado col tempo, acquisendo maggiori responsabilità e conoscenze lavorative. Un amore nato un pò per necessità, quando la vita non gli offriva molte alternative. Parte alla fine degli anni ’50, dopo aver vissuto la guerra da ragazzino, la fame nera, la distruzione e la dilagante miseria. A 6 anni ricorda di essersi svegliato e aver trovato il terrazzo ricoperto di cenere. Vide l’eruzione del 1944. Con umiltà e dignità, ha ricercato una direzione, adattandosi alle circostanze di chi lascia tutto e va via, lontano da casa. E’ giovanissimo quando sale sulla prima nave. Un tempo le uniche attività a Torre del Greco erano i lavori a bordo dei bastimenti e i Molini Marzoli che lavoravano la farina. Dopo mesi di viaggio attraccavano al porto le coralline e chiunque scendesse era preso d’assalto, rappresentava nell’immaginario comune l’ avventuriero alla scoperta del mondo, un girovago carico di storie, volti ed eventi da raccontare, lì, nel paese che offriva poco e niente. Ha girato tutto il mondo Vincenzo, anche se ritiene che le terre più avare di opportunità per gli emigranti siano Argentina ed Australia. A 58 anni decide di separarsi dalle navi per tornare sulla terraferma, avendo trascorso più di 20 anni effettivi a bordo di navi da crociera e da carico in qualità di capocuoco, alla ricerca di nuovi stimoli. Un mestiere il suo, che richiede autentica passione, un amore sincero perchè:<<l’uomo senza ambizione non meriterebbe di nascere!>>. Ai figli ha cercato di trasmettere il valore del sacrificio:<<il contadino prima zappa, poi semina, annaffia, aspetta il sole e la pioggia e solo alla fine raccoglie>>. Quando lavorò negli States a New York presso un ristorante di Little Italy, di cui mostra fiero una targa alle sue spalle, rispose, al ristoratore che gli chiese quanto volesse, di metterlo alla prova e valutare, una settimana dopo, il suo valore, offrendogli almeno un salario giusto per poter vivere. Mostra una foto che conserva con cura tra le fatture accanto alla cassa. E’ la nave Michelangelo, gemella della Raffaello, sulla quale ha lavorato per lungo tempo. Tornava e ripartiva, Napoli, Genova, Americhe, il mare era il suo mondo. Ha trovato il tempo per farsi una famiglia. Tre figli tutti "sistemati", tra i quali due laureati e impegnati in rappresentanze e Giuseppe, 36 anni che lo ha seguito nella gestione del bar. Infatti da 20 anni ha aperto un’attività di gelateria, pasticceria e bar nel cuore di Ercolano. Si congeda da chef nel ’97 per allargare la sua gelateria. Il papà decise, terminata la terza media, di portarlo con sè, rendendosi conto che della scuola non voleva saperne. Giuseppe nel tempo si diplomerà da ragioniere, perseguendo con lo stesso sacrificio quest’attività, sin dalla  sua apertura da giovane titolare. Don Vincenzo lo affianca da sempre e si dice contento, anzi, contentissimo. I tempi duri, di lavoro appreso tra gli oceani appartengono al passato ed è sereno: <<quello che apprendi o guadagni con sacrificio è sempre bello, ma attenzione ad affezionarsi al denaro, bisogna dargli la giusta importanza>>. Nella sua vita ha preparato migliaia di piatti per clienti di nazionalità diverse, dalla ristorazione alla pasticceria. La società provvedeva ad inviare Vincenzo in ogni settore per poter apprendere: cucina calda e fredda, panetteria, macelleria, gelateria. Eppure non è stato facile, tra gli ostacoli frapposti dagli adulti, un misto di invidia e cattiveria da parte degli anziani, gelosi custodi dei segreti ai fornelli. Tuttavia, sorridendo sotto i baffi, ritiene di esser stato un grande "mariuolo" di mestiere. Ha visto, memorizzato e riprodotto tutto ciò che poteva tornargli utile. Una foto con un noto attore ercolanese di fiction campeggia alle sue spalle:<<quando torna, passa sempre qui, viene a trovarmi e prende un caffè>>.

 

 

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