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Marco Ciotola e il calcio metafora della vita

Quella qui di seguito riportata è una storia di coraggio e di determinazione. Con la speranza che questa vicenda possa essere d’esempio a chi talvolta davanti alle avversità rinuncia alle proprie aspirazioni, restando inerme al cospetto delle difficoltà. Era il 2 febbraio 2011 quando Marco Ciotola, ventitreenne giocatore della squadra di calcio a cinque United Colours of Futsal, attualmente in prestito al Solofra nella categoria C1, riporta la rottura del legamento crociato, nel mezzo di un campionato da lui disputato, fino a quel momento, in modo esemplare. Il giorno successivo, lo United avrebbe sfidato in casa la squadra allora prima in classifica. Dopo tanti allenamenti e numerose partite, Marco non si infortuna in campo bensì viene investito da un’auto mentre attraversa le strisce pedonali in via Caracciolo. Pochi attimi dopo l’incidente, la mente del giocatore è rivolta all’importante incontro sportivo, pensiero che gli impedisce di comprendere la gravità dell’accaduto.
Purtroppo quell’istante avrebbe sancito l’inizio di atroci sofferenze e di una lunghissima convalescenza. Gli ultimi due gol segnati da Marco con lo United risalgono infatti al 28 gennaio dello scorso anno. A maggio Marco subisce la ricostruzione del legamento crociato e a giugno inizia la riabilitazione, seguendo sedute di fisioterapia ogni giorno e perfino più volte nell’arco della stessa giornata. Si sveglia alle sei del mattino per recarsi in piscina; nel pomeriggio invece svolge esercizi meccanici per un totale di circa ottanta sedute di terapia. Talvolta la riabilitazione prosegue la sera al campo dello United con l’aiuto del medico della squadra, il dottor Humberto Hizo Fernandez. Il periodo immediatamente successivo all’operazione è caratterizzato dalla totale immobilità di Marco che avverte dolori al ginocchio e alla tibia, quest’ultima operata per sottrarre una parte di tessuto osseo da impiantare nel crociato ricostruito come rinforzo. Sono dolori fortissimi, tali da dover ricorrere a calmanti e antidolorifici di ogni genere. La prima visita medica post-operatoria lascia presagire una seconda operazione, ma la determinazione di Marco scongiura questa possibilità. A settembre riprende la preparazione con lo United, abbinando allenamento in campo e lavoro di recupero in palestra.
Il ginocchio è stato ricostruito totalmente e la paura di ricadere in questo tipo di infortunio sussiste in tutti gli atleti soggetti ad incidenti simili, nel calcio come in qualsiasi altro sport. Tuttavia la il coraggio e la perseveranza hanno premiato Marco che lo scorso 3 marzo, dopo quattrocento giorni esatti dall’incidente, ha ritrovato il gol.
Il calciatore ha dedicato la rete al caro amico Rolando Mandragora, giocatore del Casavatore, che dopo il suo infortunio segnò con la squadra di appartenenza di allora, il Chiaiano, dedicando il gol a Marco e alla sua ragazza, Marina, che nel periodo successivo all’operazione gli è stata vicino, supportandolo nei momenti più difficili, donandogli nuovo slancio per ricominciare a giocare con più grinta e determinazione di prima.
Alla domanda riguardante l’origine della forza che gli ha consentito di superare le numerose difficoltà sopra descritte, Marco ha risposto con queste parole:« Sicuramente la voglia di ricominciare, di stare nello spogliatoio, di allenarmi. Volevo tornare a vincere e a perdere perché (anche la sconfitta) fa parte del calcio. Questo sport è una droga per me».
Questa è una storia di passione, a dimostrazione, ancora una volta, che c’è un solo motore a muovere ogni cosa, l’amore, e che senza la sofferenza la felicità, anche quella di tornare su un campo di calcio, resterebbe sconosciuta all’uomo.

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