Print This Post

Memorie Semiserie di un Ambasciatore

 

di Vittorio Cordero di Montezemolo
Con un saggio di Paola Bianchi e Andrea Merlotti

I ricordi e le riflessioni di un Ambasciatore che ha rappresentato l’Italia nel difficile periodo della ricostruzione dell’identità di un Paese distrutto dalla guerra e piegato nel morale.Un volume tuttavia ricco di ironia, capace di raccontare momenti difficili della storia internazionale (come la guerra del Kippur) con leggerezza e sense of humour. «Lavorare con Cordero di Montezemolo era gradevole e facilissimo ma al tempo stesso ricco di soddisfazioni. Questo del resto avviene quasi sempre nel rapporto con una persona di acuta intelligenza, che non ha bisogno di cercare il compiacimento di raffronti o di abbandonarsi a suscettibilità o di manifestare ombrosità, perché consapevole delle proprie capacità e quindi sicuro di sé. E questa sicurezza di Cordero di Montezemolo si trasmetteva anche a me… Si lavorava in un clima disteso, perché il “Capo ”, con il suo spirito, il suo humour, le sue espressioni amichevoli e talvolta colorite rendeva per tutti l’ambiente gradevole. Sotto un aspetto esterno di bonomia e di signorile semplicità di tratto si comprendeva subito che si trattava di un uomo che sapeva dirigere, comandare, guidare non imponendo autoritariamente la sua volontà e non soffocando le altrui autonomie di lavoro, ma convincendo con una parola, con una frase, talvolta con uno scherzo.» Luigi Vittorio Ferraris

 

Vittorio Cordero di Montezemolo nasce a Venaria Reale il 1° luglio del 1917. Laureato in Giurisprudenza e Scienze Politiche alla Scuola Normale di Pisa, entra in diplomazia nel 1945. Tra il 1949 e il 1955 è Console Generale a Buenos Aires e Mendoza. Viene  successivamente nominato Consigliere all’Ambasciata d’Italia a Madrid, dove risiederà per tre anni. Dal marzo 1963 all’aprile del 1967 è Console Generale a New York, nell’ottobre 1967 Ambasciatore a Montevideo e nel 1969 si trasferisce a Caracas con la stessa carica per il Venezuela e Trinidad e Tobago. Dal 1971 alla fine del 1974 ricopre il difficile incarico di Ambasciatore in Israele. Nel 1975 rientra a 
Roma, al Ministero degli Affari Esteri, come Direttore Generale per la Cooperazione Culturale. Nel giugno del 1977 raggiunge il culmine della carriera con la nomina ad Ambasciatore di grado e quattro mesi più tardi assume la responsabilità dell’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede. Nel luglio del 1979, dopo due anni di lavoro intensissimo, viene trasferito a Ginevra quale Capo della Rappresentanza Permanente d’Italia presso le Nazioni Unite.