Print This Post

Mutilazioni genetiche



Secondo alcuni dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, sono seimila le ragazze immigrate che subiscono mutilazioni genitali nel nostro paese. In particolare, si distinguono tre tipi di mutilazione: la “circoncisione”, che è quella di minore gravità in quanto si limita alla ablazione del prepuzio clitorideo o della clitoride con rimozione parziale o totale delle piccole labbra, la “escissione”, ossia l’esportazione della clitoride e, infine, la più drastica, ossia “l’infibulazione”, attraverso la quale vengono esportate sia le piccole labbra della vagina, sia una parte delle grandi labbra, sia la clitoride. Le conseguenze negative di queste pratiche sono numerose e vanno da emorragie, setticemie, infezioni, a frigidità, shock e doloro acuto. Nella maggior parte dei paesi occidentali, compresa l’Italia, la legge vieta le mutilazione genitali femminili. E’ proprio il divieto il miglior modo di intervenire? In alcuni paesi africani e asiatici la mutilazione è talmente radicata nella cultura e accettata dalle stesse donne che sarebbe impossibile per loro non sottoporsi ad essa. E’ giusto riflettere, dunque, se imponendo il nostro modo di ragionare alle immigrate, si ottengano risultati più proficui piuttosto che rispettando i loro valori, pur non condividendoli. Forse noi occidentali pecchiamo troppo spesso di etnocentrismo, cioè consideriamo la nostra cultura miglior delle altre, senza tener conto della diversità e senza considerare che se mai ci dovesse essere un cambiamento è giusto che esso parta proprio dagli stessi popoli presumibilmente “arretrati”. Una certezza c’è. Oggi, le donne immigrate che a causa della legge non possono praticare mutilazioni ricorrono spesso a operazioni clandestine, complicando ancor di più le loro condizioni di salute. Quelle poche che, invece, rispettano la legge, non solo sono emarginate socialmente e considerate impure dalla loro cultura, ma si sentono psicologicamente rifiutate e quindi non accettate dal paese “sviluppato” che le ospita.

Lascia un Commento

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>