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Nuove mete turistiche tra crisi e opportunità

Il turismo estivo sta vivendo una drastica inversione di rotta. Quelle che, fino a poche settimane fa, erano solo previsioni, ora sono divenute certezze: pesanti soprattutto per quei paesi che hanno già subito radicali capovolgimenti sociali ed istituzionali nell’arco di un turbolento 2011.

 

Parliamo soprattutto dell’area maghrebina: se fino ad un anno fa le mete nordafricane venivano prese d’assalto in quanto allettanti e al tempo stesso economiche, oggi l’eco burrascosa della primavera araba si riverbera negativamente su di un’estate che rischia di essere ricordata per il trend turistico più negativo in paesi quali: Egitto, Marocco, Siria e Tunisia.

In questi quattro stati le prenotazioni estive sono calate dal 30% al 50%, nonostante le agenzie di viaggio di tutto il pianeta si siano industriate in una vera corsa al ribasso con pacchetti low cost.

Al contrario, invece, sono cresciute le richieste per mete, generalmente più costose, ma al tempo stesso più sicure come la Spagna, la Grecia, la Turchia e la stessa Italia, ma anche i Caraibi, l’Africa continentale (Zanzibar, Kenya) e il Nord America.

Nel bel mezzo di una crisi economica planetaria, anche e soprattutto il turismo di massa si è dovuto adeguare, dando vita ai fenomeni delle cosiddette vacanze a singhiozzo, o dei soggiorni mordi e fuggi: dunque, quando il pacchetto dura cinque giorni, o al più una settimana, non conviene rischiare.

Insomma il turista non-fai-da te si è fatto furbo e preferisce andare sul sicuro piuttosto che rovinarsi il mini periodo di relax.

Purtroppo le perdite turistiche registrate oggi in Nord Africa sono drammatiche se si pensa che la destinazione ha un peso importante sul fatturato dell’industria turistica mediterranea con una quota di circa il 30%.

Ciò implica, in un mondo di economia globalizzata, un impoverimento diffuso comunque su tutti i Paesi dell’ arco europeo e mediterraneo.

Il Paese che ha maggiormente beneficiato delle inversioni di tendenza dei flussi turistici è senza dubbio la Spagna, registrando un incremento del +100%. Anche il Portogallo e la Grecia hanno goduto di un boom di prenotazioni. Curiosamente, la crisi finanziaria ha alimentato almeno una delle voci del PIL: il turismo ellenico non ha subito riduzioni neanche dopo le forti proteste di piazza, giacché i pacchetti turistici portano i visitatori per lo più nelle isole, al riparo dai trambusti della capitale Atene.

 

Quanto al turismo di casa nostra, è ancora troppo presto per stilare un bilancio. Secondo il presidente di Assotravel, Andrea Giannetti: <<Le defezioni nel Maghreb non sono state totalmente compensate da vendite di viaggi in altri posti e tutto questo fa sì che gli operatori si trovino in grandissima difficoltà con previsioni per quest’estate di volumi complessivi in calo a doppia cifra, tranne in casi eccezionali, che non soddisfano la redditività di molte aziende che sperano nelle prenotazioni sotto data e in località italiane. Agosto è al completo ma molti andranno nelle seconde case o da amici; per settembre ci sono ancora molti posti liberi, per esempio in Puglia e in Sardegna>>.

Ancora, in un’intervista al Sole 24 ore, il presidente dell’Associazione Italiana Tour Operator (ASTOI) Roberto Corbella, dichiara: <<Il mercato italiano fa fatica a riprendersi, ma ci sono in atto campagne di rilancio per le destinazioni che stanno soffrendo. Nonostante la crescita di alcune mete, certamente non ce la faremo a recuperare i numeri dell’anno scorso>>.

 

 

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