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Se tu conoscessi il dono di Dio… Una cristologia per un nuovo umanesimo

«Qual è il centro della fede cristiana? Come il messaggio di redenzione, testimoniato dai Vangeli, è oggi tramandabile in una stagione di indifferenza? Con quale modalità comunicativa è possibile trasmettere la fede, grazie ad un processo attivo e coinvolgente?». Con questi interrogativi, la sera dello scorso venerdì 9 giugno, il professor Carmine Matarazzo, noto teologo e filosofo dell’educazione, ha esordito nella Chiesa del Monte di Catanzaro, presentando al pubblico il libro Se tu conoscessi il dono di Dio di monsignor Giuseppe Silvestre.

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Il volume, che contiene, come recita il sottotitolo “una cristologia per un nuovo umanesimo”, vanta la prefazione di monsignor Domenico Battaglia, arcivescovo di Napoli, ed è impreziosito dalla postfazione dello stesso Matarazzo, direttore del Biennio di specializzazione in Teologia pastorale presso Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale di Napoli, che ha affiancato durante la presentazione monsignor Claudio Maniago, arcivescovo di Catanzaro-Squillace.

«Lo spessore della proposta di questo saggio – ha proseguito Matarazzo – è individuabile già nel titolo che rispecchia la logica biblico-esistenziale della ricerca. Il sottotitolo pone il lettore nella dimensione reale del fare teologia oggi alla luce dell’esperienza delle comunità. Don Pino, come amabilmente lo chiamano amici e colleghi, anche grazie alla sua esperienza di vita, preferisce attingere anche al mondo latinoamericano dove, per diversi anni, ha potuto insegnare, imparare, servire, arricchirsi. Questo libro non è un semplice trattato, pensato a tavolino. Piuttosto l’autore scrive tenendo presente il luogo umano dell’esperienza cristiana del teologo e di ogni battezzato, ovvero la comunità credente».

Belle e cariche di istanze sociali anche le parole scritte dall’arcivescovo Battaglia in prefazione: «Cristo è il centro e la linfa vitale della teologia, è lo svelamento dell’Amore trinitario. Il lavoro di don Giuseppe Silvestre (per tutti affettuosamente don Pino) deve essere collocato proprio in un orizzonte del genere. La sua vocazione alla teologia è un servizio prezioso reso ad una terra, come l’amata Calabria, dove spesso l’Amore che è il Dio trinitario rischia di essere confuso con qualsiasi divo terreno, oppure con interessi di parte di qualche gruppo, o peggio con lo scambio di favori promessi da reti di malavita subdole o manifeste. L’orizzonte cristiano si rende reale se avvicina l’Amore di Dio con l’annuncio della bella Notizia e rende possibile anche la prossimità di questo amore aiutando prassi di misericordia e di liberazione. Non può esistere la sequela di Cristo senza conoscere la sua opera di liberazione. Una conoscenza che porta a liberare dal peso delle ristrettezze, dai limiti imposti e si popone quale sostegno e cura delle fragilità».