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Shake

Prendete una cittadina qualunque dell’hinterland napoletano più perso e preistorico. Un comune sovraffollato. Centri commerciali con la pala. Birrerie e pub. Camorristi e delinquenti per tutti i gusti. Variegati di fogna a cielo aperto. Strade di merda piene di fossi come il camposanto. Prendete auto di ogni tipo, canzoni di Rosario Miraggio. Centri abbronzanti che regalano una lampada facciale o una doccia integrale a chi si fa l’abbonamento. Teste di cazzo con piercing al sopracciglio e tatuaggi alla moda che sfrecciano su Beverly500 o Smart. Ragazzine e non solo che escono con loro e se li difendono pure. Prendete extracomunitari che vengono dai posti più affamati. Kunta Kinte che si muovono da mattina a sera con i loro borsoni di cinture Prada e Moschino. E poi prendete una disabile di 50 anni. Prendete pochi soldi presi alla Posta per la pensione di invalidità. Prendete dei cani bastardi pronti a tutto. Prendete un’aggressione violenta. Prendete una donna morta d’infarto, su una carrozzella elettrica, mentre cerca di difendersi. Prendete tutto questo. Mischiatelo. Shakerate bene come se fosse un quattrobianchi e fragolino. Versatelo in un bicchiero capiente e mandatelo giù tutto d’un fiato. Senza pensarci due volte. Fatevelo scendere con violenza nel gargarozzo. Vedete che effetto vi fa. Dopo come vi sentite. Se non vomitate, usatelo come aperitivo. Mettetevi a tavola e mangiate fino a scoppiare.

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