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Un omaggio al linguaggio onirico felliniano

pennac

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La legge del sognatore

Daniel Pennac

Feltrinelli

2020

pp.153

euro 14

 

La legge del sognatore è il nuovo romanzo di Daniel Pennac, edito da Feltrinelli e uscito nelle librerie nel gennaio 2020.

Daniel Pennac è un romanziere francese e professore di lettere in un liceo parigino.

 

Trama- Daniel Pennac ha dieci anni ed è in vacanza con i genitori e con l’amico Louis.

Lasciatosi influenzare da un poster di Fellini, posto sopra al suo letto, Daniel inizia a fare sogni molto particolari: immagina una cittadina sommersa da un fascio di luce.

Molti anni dopo, tornando con il suo amico nello stesso posto di villeggiatura, durante un bagno nel lago, Daniel scopre immerso nell’acqua il paese che aveva sognato da bambino.

Il giovane allora decide di organizzare uno spettacolo sui sogni al Piccolo di Milano come omaggio a Fellini.

Ma forse anche questo è solo un bel sogno.

 

Come le scatole cinesi- La trama del libro è abbastanza complessa: ricca di ricordi di infanzia, sogni, riflessioni.

Pennac raccoglie all’interno di un quaderno la propria attività onirica, esattamente come faceva Fellini per i suoi film.

Al centro del romanzo c’è la dimensione onirica, la quale crea una storia fatta di più livelli, che dall’infanzia arriva all’età adulta, nella quale la presenza di Fellini si fa più nostalgica.

Il lettore confonde sogno e realtà: i due protagonisti, Daniel e Louis, sono circondati da un’ombra di mistero, sorge il dubbio che anche loro siano inconsistenti e frutto di un sogno.

Questa sfumatura di incertezza ci accompagna per tutto il romanzo.

L’autore con il suo libro intende omaggiare il celebre registra, che diventa un personaggio chiave nel testo, dal momento che sembra governare la mente del piccolo Daniel.

La storia si sviluppa nell’arco di più anni, ma sembra svolgersi sempre in un punto imprecisato del tempo.

 

Elogio ai sogni- Pennac vuole invitare i suoi lettori perdersi nei loro sogni: questi possono diventare rifugi confortevoli, essendo il sognatore stesso a controllarli a suo piacimento.

L’autore si mostra particolarmente abile a giocare con realtà e letteratura e con realtà e finzione, gestendo alla perfezione i labirinti che la sua scrittura produce.

Non facilmente riusciamo a cogliere i dati autobiografici dell’autore sparpagliati nel libro.

Pennac riesce nel suo scopo: scrivere un romanzo con lo stesso linguaggio onirico che Fellini adoperava nei suoi film.