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Un pensiero sull’incantevole Portici di un tempo

La Portici del settecento era meta turistica per il suo micro-clima mite e per la bellezza dei suoi paesaggi. Fu anche per tale ragione che il 23 agosto 1738 Carlo di Borbone decise di trasferirvisi e vi fece costruire il “Palazzo Reale”, adornato da due incantevoli parchi, dove, si racconta, il sovrano cacciava quaglie. Carlo, infatti, era un cacciatore esperto. E Portici, ricca di selvaggina, ben si prestava al suo hobby preferito. Il fascino di questa cittadina tranquilla ispirava anche gli artisti dell’epoca, tra cui il commediografo Emanuele Bidera che scrive: <<nessun sito è paragonabile a Portici. Un venticello profumato dalle frutta autunnali e rinfrescato dal mare vi ravviva le giovani beltà di Napoli, o che in care compagnie camminino per le vie solitarie, ombrose, o che sedute mollemente si inebriino, per gli aperti balconi, della vista d’un eden; chè un eden sembra, in quelle mattinate, Napoli co’ suoi contorni>>.

 

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