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Una vita per il corallo

<<Passione e creatività da 4 generazioni>>. Così il cavalier Piscopo, 52 anni, descrive la pregiata arte del corallo, appresa fin da giovanissimo dai genitori a Torre del Greco e proseguita nel suo elegante laboratorio ad Ercolano, di fronte alla vanvitelliana villa Campolieto. Le opere raffiguranti scene della mitologica classica, collocate all’interno dello spazioso show room, sono circondate da cornici alle pareti, con documenti storici e foto ricordo. Tra tutte spicca la consegna di un cammeo a Papa Giovanni Paolo II. <<Non sono oggetti alla portata di tutti>>, riconosce Piscopo, considerato il loro alto valore, oltre a quella speciale identità, portatrice sana di una storia artistica e professionale di gran lunga superiore ai prodotti industriali. Il futuro della sua attività appare ricco di aspettative, grazie ai progetti di riqualificazione territoriale, sebbene l’internazionalizzazione del corallo proceda spedita, sbarcando a breve nei mercati emergenti di Russia e Cina. Ma una preoccupazione lo invade quando parla dei giovani di oggi: <<non vogliono fare la gavetta, sono demotivati>>. Trasformare il corallo, in effetti, è un lavoro che chiede tanta reale volontà. Lo confermano gli oggetti realizzati da occhi minuziosi e trasformati in esperienze sensoriali da Giuseppe Izzo, 65 anni, autodidatta, che sottolinea l’importanza del rispettare le proporzioni. <<Bisogna rispettare – dice Izzo – i canoni delle figure allegoriche, altrimenti si pregiudica il disegno totale>>. E’ intento a rifinire una graziosa conchiglia, mentre descrive le linee di un volto. I suoi cammei sono stati esposti dalla Grecia al Giappone, segno dell’interesse globale verso una gloriosa tradizione che affonda le radici alle falde del Vesuvio, avvalorata dalla risposta positiva di una clientela sempre più ricca di giovani.

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