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Scienza e pace, binomio indissolubile per Cecchi Paone

Al resort Le Axidie, per la rassegna Libri sotto le stelle, una serata fra scienza e attualità con il noto giornalista televisivo Alessandro Cecchi Paone.

Il dibattito dello scorso 6 agosto sulla sua recente pubblicazione Scienza e pace – con la presentazione di Marina Ciaravolo – ha visto grande partecipazione da parte del pubblico campano.

<<Grazie al preziosissimo apporto del professor Umberto Veronesi mi sono deciso a scrivere questo libro – ha esordito Cecchi Paone – perché è proprio nella scienza che possono trovare nuova linfa le future speranze di pace fra i popoli. La soluzione alle guerre è proprio una libera circolazione delle idee, ciò appunto di cui ha bisogno uno scienziato, come sostiene lo stesso professor Veronesi (il grande oncologo ha recentemente riunito a Milano vari premi Nobel per la pace e la medicina nell’associazione Science for peace – ndr)>>.

L’ex conduttore de La macchina del tempo si è concesso una serie di divagazioni storiche : Galileo e Giordano Bruno, Napoleone, le guerre d’indipendenza e il Novecento dimostrano quanto i momenti di frizione fra religione e scienza abbiano inciso sulle sorti dell’umanità.

Un ruolo importante riveste anche la donna – sempre secondo la moderna corrente scientifica rappresentata da Umberto Veronesi – in quanto è nell’ormone femminile, il progesterone, che risiede la positività. Dalla positività frutto della vita, di cui le donne sono portatrici, si dovrebbe ricavare quell’anelito tale da opporsi alla potenza distruttrice del testosterone maschile.

E’ questo in sintesi il messaggio lanciato da Cecchi Paone, che però non risparmia quasi nessuno nella sua critica al mondo attuale.

<<Nel libro di cui parliamo stasera ho fatto riferimento, con pagine e pagine, a personaggi storici della più diversa natura. Da san Francesco d’Assisi a Martin Luther King, da Bertrand Russell agli illuministi francesi>> solo per citare alcune personalità elencate dall’autore.

Secondo l’autore, il dualismo settecentesco tra la parte buona dell’uomo – quella sostenuta da Rousseau – e l’homo homini lupus di Hobbes deve risolversi necessariamente a favore del primo, altrimenti il mondo tenderà alla sua lenta autodistruzione.

Maggior apertura verso la scienza, libertà e rispetto per le idee altrui; andare oltre superstizioni e fanatismi ritornando all’antica sapienza greca sarebbe la ricetta di una società migliore.

Un ribaltamento, quindi, dell’antico brocardo latino Si vis pacem, para bellum.

 

 

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