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Dal Mincio al Volturno. I due anni che fecero l’Italia


Dal Mincio al Volturno. I due anni che fecero l’Italia
di Costantino Cipolla
Ed. Laboratorio Sociologico Franco Angeli
pp 272
€ 32,00

Deriva da una visione fortemente unitaria Dal Mincio al Volturno – I due anni che fecero l’Italia, il saggio storico di Costantino Cipolla. Ordinario di sociologia generale presso l’Università degli Studi di Bologna ed appassionato di storia risorgimentale, sulla quale ha scritto numerosi volumi tra cui un’imponente opera in due tomi sui comitati insurrezionali del Lombardo-Veneto e sui martiri di Belfiore, Cipolla si ripropone di raccontare, da un punto di vista storiografico, il biennio 1859-1860, culmine del risorgimento italiano, caratterizzato da avvenimenti unici e irripetibili. Secondo Cipolla, il Piemonte esercitò una pressante militarizzazione nel Meridione ed estese il proprio modello giuridico all’Italia tutta, a partire dalla Lombardia. Tuttavia i Borbone avevano limitato alla città di Napoli la propria attività ed il Regno presentava delle peculiarità tali che col tempo lo avrebbero condotto all’implosione, tra le quali l’assenza di infrastrutture. Quel biennio venne infiammato dalla decisiva battaglia di Solferino e di San Martino (24 giugno 1859), un insieme di combattimenti che si svilupparono in autonomia e simultaneità lungo un fronte di oltre venti chilometri, associata alla vincente campagna militare che Giuseppe Garibaldi condusse al Sud, culminante nella disfatta del Volturno (1 ottobre 1860), quando l’esercito borbonico venne sconfitto dai garibaldini.
La battaglia di Solferino in Italia viene ricordata come il primo passo concreto verso la realizzazione dell’unità nazionale, ma nel mondo l’evento assume una valenza simbolica in quanto spinse il filantropo Henry Dunant alla fondazione della Croce Rossa Internazionale, la più grande associazione umanitaria mondiale. Quasi per stabilire una continuità ideale con l’imprenditore svizzero, alla presentazione del saggio, avvenuta lo scorso venerdì presso la sede del Circolo Ufficiali della Marina Militare, ha preso parte, in quanto promotore dell’incontro, anche il Capo Comandante del corpo militare della Croce Rossa Italiana, Renato Del Mastro. «Questi due anni evidenziano che se il progetto unitario non avesse avuto il supporto del popolo e dei volontari, che hanno anche pagato col sangue l’unità d’Italia, non sarebbe stato realizzato » ha dichiarato Del Mastro. La serata, organizzata dal dipartimento di Scienze Umane, Filosofiche e della Formazione dell’Ateneo di Salerno (UNISE), da sempre avvezzo a promuovere iniziative culturali coinvolgendo enti ed istituzioni del territorio, è stata moderata dalla professoressa Antonietta Selvaggio, docente e ricercatrice dell’Università di Salerno. Al dibattito hanno partecipato il presidente del Circolo, Aniello Cuomo, che ha fornito una visione filoborbonica della vicenda storica, Natale Ammaturo, direttore del DISUFF, e lo studioso Francesco Soverina , responsabile del settore Archivio e Ricerca dell’ICSR Vera Lombardi, esperto di revisionismi e negazionismi storici.
«Lo spessore temporale più adeguato per ben intendere il tema di questo volume è proprio quello della breve durata, nella quale una concatenazione più o meno voluta di accadimenti muta il corso della storia» ha scritto Cipolla. Secondo Hegel il progresso dialettico della storia contiene sempre un lato negativo necessario. Lungo il suo corso può accadere che un piccolo cambiamento nasca da un copioso dispiegamento di forze o che un evento epocale scaturisca da un avvenimento al confronto insignificante. Ecco, dunque, spiegato come in soli due anni ebbe origine l’Italia.

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